PALAZZO FOLCO
L’edificio sorge nel centro storico di Vicenza; il progetto è del grande architetto Bertotti Scamozzi realizzato nel 1770 dai fratelli Franceschini con la volontà di coniugare il palazzo dominicale e l’opificio; nel 1830 i nuovi proprietari i Folco ne completarono la costruzione. Durante il ventennio è stato la Casa del Fascio più grande d’Italia. Il Palazzo presenta una conformazione architettonica a “C” con corte centrale e una importante facciata con bugnato rustico nella parte basamentale e un rigoroso partito architettonico al piano nobile e secondo.
STATO DI CONSERVAZIONE
Il degrado che interessava le superfici ad intonaco e in pietra tenera era diversificato in relazione alla sua localizzazione in particolare era dovuto agli agenti naturali quali la pioggia battente e il vento e ai depositi di particellato atmosferico e molti resti organici di volatili.. Le parti al piano terra in bugnato rustico erano invase dall’umidità assorbita dal terreno e molto degradate dall’inquinamento veicolare.
COMMITTENTE
Amministrazione Provinciale di Vicenza
DATA
1998 – 2000
CATEGORIA
Progetto di conservazione
LUOGO
Vicenza
Il Progetto
STUDI E ANALISI
E’ stata condotta una precisa e approfondita analisi geometrica dell’edificio tramite rilievo diretto, topografico e con fotopiani di elevata qualità e precisione; sono stati prelevati campioni di materiali e ed effettuate analisi fisico-chimiche del loro degrado.
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO E DELL’INTERVENTO
Nell’ambito del progetto di conservazione delle superfici di Palazzo Folco il fine non è stato quello di rinnovare e ripristinare ma quello di mantenere lo stato di fatto, anche se costituito da materie povere, integrandolo con consolidamenti e rappezzi per minimizzare la modifica. In questo senso il bugnato rustico della facciata principale del piano terreno è stato conservato nella sua attuale e ultima configurazione quindi evitando la scialbatura forse presente in origine. Ai piani superiori tutto l’intonaco esistente è stato mantenuto con minimi rappezzi e rivelandolo con una mano di calce in modo da intravedere le porzioni conservate da quelle aggiunte.
Il Cantiere
Gli interventi tecnici attuati sono quelli consacrati dalla metodologia del restauro conservativo che iniziano con le operazioni di eliminazione degli elementi incongrui quali i rappezzi cementizi e le dipinture acriliche, proseguono con le puliture diverse a seconda delle tipologie di deposito, continuano con i diversi consolidamenti a seconda dei distacchi in superficie o in profondità e si concludono con le aggiunte sia di prodotti manutentivi quali le mani di dipintura a calce sia i prodotti protettivi a base sintetica.