CA’ BRUTTA
La “Cà Brutta” costituisce l’opera prima dell’architetto Giovanni Muzio, il progettista di maggior prestigio della corrente architettonica definita “Novecento” per analogia con il contemporaneo movimento artistico. Rappresenta un edificio complesso che manifesta l’interesse dell’architetto per il modernismo. Muzio fu tra i primi ad avere l’idea di sfruttare gli scavi delle fondamenta per realizzare un garage interrato oltre che a sviluppare i temi di “densità elevata”, “equivalenza dei fronti” e “organizzazione interna”, anticipando così molti caratteri tipologici del condominio. Lo studio dell’edificio venne iniziato nel 1919 ma la realizzazione effettiva fu del 1922. In quell’anno l’opera fu considerata troppo moderna al punto che sia l’Ordine degli Ingegneri che quello degli Architetti, riuniti in assemblea comune, ne richiesero l’abbattimento. Da questa aspra polemica ricevette l’appellativo di “Cà Brutta”. Il Palazzo, è costituito da volumi che raggiungono i sette piani fuori terra più un interrato verso via Cavalieri. La copertura, organizzata su quote diverse, è costituita sia da porzioni inclinate in falda che da superifici piane calpestabili. La parte inclinata è rivestita da onduline in eternit, mentre la parte calpestabile è rivestita principalmente da una membrana impermeabilizzante e in alcune porzioni da guaina ardesiata utilizzata come rappezzo. La superficie coperta del Palazzo è di circa 3280 mq. Stato di conservazione La situazione maggiormente critica è rappresentata dalla presenza di elementi, anche di dimensioni considerevoli, contenenti amianto. Tutte le coperture inclinate e le scossaline marcapiano sono costituite da eternit in fibro-amianto.
STATO DI CONSERVAZIONE
Le superfici esterne intonacate sono state oggetto di un intervento consistente di restauro risalente alla fine degli anni ’70 per cui presentano un rivestimento acrilico, mentre le parti lapidee ed in conglomerato cementizio presentano un forte degrado superficiale.
COMMITTENTE
Privato
DATA
2012-2016
CATEGORIA
Progetto di conservazione e di consolidamento
LUOGO
Milano
Il Progetto
STUDI ED ANALISI
E’ stata effettuata un’estesa campagna di indagini stratigrafica corredata da alcuni prelievi su cui si sono eseguite analisi di composizione chimico fisica. I dati rinvenuti hanno dimostrato una situazione molto complessa in cui interventi di rifacimento effettuati nel tempo, assieme al degrado differenziato dei materiali, hanno comportato l’attuale conformazione estetica.
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO E DELL’INTERVENTO
L’analisi dei materiali e del degrado si è basata sul riconoscimento visivo dei materiali stessi, sulla loro conformazione, dimensione e posizione nel palazzo e sul tipo di patologie che presentano. Questi primi dati, associati all’analisi visiva in situ, alla comparazione dei materiali presenti e alle indagini diagnostiche, ha permesso di indicare sui fotopiani una prima individuazione dei materiali presenti su tutti i prospetti esterni. Gli interventi individuati sono mirati alla conservazione delle materie storiche, salvaguardando quanto riscontrato ed integrando dove necessario. Particolare attenzione è dedicata allo smaltimento amianto e al confinamento degli elementi tuttora presenti, operazioni svolte secondo metodologie ben definite e monitorate da personale specializzato.
Il Cantiere
I lavori, stante le notevoli dimensioni del complesso, si sono divisi in 4 lotti. Attualmente è in corso il 3 lotto e si prevede di concludere definitivamente il cantiere a febbraio 2016. I lavori hanno interessato dapprima la bonifica dell’amianto prevedendo la rimozione delle lastre di copertura e la loro sostituzione con nuovi elementi in fibrocemento. Le operazioni di bonifica hanno compreso anche il confinamento delle scossaline marcapiano che sono state trattate con un ciclo di confinamento apposito. Gli interventi sulle facciate sono iniziati con il consolidamento delle parti in fase di distacco nonché la rimozione delle parti decoese e non mantenibili. Quindi si è proseguito con la pulitura tramite Ibix. Per quanto riguarda le lacune degli intonaci colorati “in pasta” si sono individuate delle campionature eseguite con miscele di legante e inerte simili agli originali, procedendo poi con equilibratura cromatica ai silicati per rendere omogenee le superfici. Tutti i prospetti sono infine stati trattati con protettivo silossanico steso a spruzzo, oltre al protettivo antigraffiti sulla parte basamentale del travertino al piano terra.