CHIESA DI SAN PIETRO IN MAVINO
La Chiesa di S. Pietro in Mavino sorge all’estremità della penisola di Sirmione del Garda sopra a un colle che domina tutto il Lago. Il sito ambientale è particolarmene ricco e stratificato perché sovrasta le famose Terme di Catullo e la Ciesa s’imposta su preesistenze di un tempio pagano. L’origine è testimoniata già da alcuni documenti dell’VIII secolo e quella del Campanile, che si addossa al lato meridionale, è attestata al IX secolo. La fabbrica, antichissima e stratificata, è ad aula unica con tetto a capriate, murature in sasso a vista all’esterno e intonaci affrescati con cicli pittorici di alto valore all’interno. Tra questi l’abside e alcune porzioni delle superfici laterali presentano affreschi con almeno quattro strati sovrapposti due anteriori al 1320 uno contemporaneo e uno del 1525
STATO DI CONSERVAZIONE
Le particolarità costruttive delle murature, unite alla scarsa compattezza del terreno di riporto e ai non rari eventi sismici hanno causato le notevoli deformazioni e fessurazioni delle strutture murarie verticali. Le sconnessioni del manto di copertura hanno permesso infiltrazioni copiose e l’innalzamento del terreno circostante ha facilitato la risalita capillare dell’umidità.
COMMITTENTE
Parrocchia di S.Maria della Neve
DATA
2003-2008; 2011-2013
CATEGORIA
Progetto di conservazione e di consolidamento
LUOGO
Sirmione – Brescia
Il Progetto
STUDI E ANALISI
Il rilievo topografico, geometrico, diretto e tramite fotopiani sono stati alla base della conoscenza preliminare. Successivamente sono state realizzate campagne di caratterizzazione delle pellicole pittoriche, analisi stratigrafiche degli intonaci, indagini endoscopiche delle strutture murarie. Infine il tutto è stato rappresentato su grafici di sintesi che hanno consentito la lettura unitaria dei materiali, del degrado e del dissesto.
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO E DELL’INTERVENTO
Il progetto è stato condotto unitamente al procedere degli scavi archeologici all’interno e all’esterno che hanno portato alla luce importanti reperti oltre a consentire la comprensione della genesi della fabbrica. Il progetto di conservazione e valorizzazione degli spazi archeologici nasce dall’esigenza di trovare una soluzione per coniugaredue realtà importanti: garantire la continuità d’uso mantenendone l’uso liturgico e valorizzare gli importanti ritrovamenti archeologici, nella convinzione che la salvaguardia del patrimonio architettonico dei luoghi di culto sia da ritrovare non nella musealizzazione ma nella continuità del suo utilizzo, divenendo testimonianza di un passato architettonico e artistico che si rivela nella quotidianità dell’uso.
Il Cantiere
Il primo lotto di lavori ha comportato all’interno lo smontaggio delle pavimentazioni in cotto della navata e degli scalini per consentire l’esecuzione degli scavi archeologici e all’esterno l’esecuzione di intercapedine aereata per risanare dall’umidità il piede delle murature. I molti reperti alto-medievali e tardo-antichi che gli scavi hanno messo in luce sul ricchissimo sito, hanno di fatto rallentato e condizionando l’avvio del secondo lotto di lavori. In copertura si è proceduto per piccole porzioni di copertura, per non esporre l’interno della chiesa ad eventuali problematiche connesse alla mancata protezione e all’esposizione agli agenti atmosferici esterni. Si sono quindi rimossi i coppi, il materiale depositato sotto gli stessi, si sono rimosse le tavelle in cotto e si sono eseguiti i relativi interventi di sostituzione e/o integrazione degli elementi lignei. Le strutture ipogee sono state oggetto di una pulitura dei depositi superficiali per poi procedere alla riadesione degli intonaci distaccati mediante iniezioni puntuali di resina acrilica in emulsione, previa stuccature salvabordo con impasto a base di calce e sabbia di composizione simile a quello attiguo. Nella zona absidale le nuove pedane ripercorrono la sagoma dell’antica abside circolare, sviluppandosi in tre diversi livelli e rendendo possibile sia un accesso e una visibilità degli scavi priva di delimitazioni visive, tipiche di un museo, sia la possibilità di utilizzare i vari dislivelli in legno come sedute per eventuali cori o concerti. Tutta la struttura lignea costituisce un arredo completamente rimovibile e costituisce la cifra stilistica di caratterizzazione di tutti i nuovi inserimenti.