CHIESA DI SS. QUIRICO E GIULIETTA
Le prime tracce riguardanti la Chiesa Parrocchiale di SS. Quirico e Giulitta di Salzano in prossimità di Mestre, risalgono alla prima metà del XV secolo. Del novembre del 1488 è la notizia che la Chiesa versava in condizioni di forte degrado, carente persino delle pavimentazioni. Pochi sono i riferimenti storicamente documentati fino al 30 settembre 1698 quando il Cardinale Giorgio II Corner la trovò in fase di restauro. Altri interventi vengono registrati dall’archivio parrocchiale negli anni 1710, 1898 e 1908 quando il 21 novembre fu consacrata.
La chiesa è a navata unica con abside affiancata da sacrestia, coperta da grande volta a botte e finestre termali aperte a sud. La facciata principale coronata da timpano su lesene è resa monumentale da un’ampia scalinata lapidea. Il Campanile è posto, staccato, sul retro a nord-est.
STATO DI CONSERVAZIONE
In generale si registrava un generale stato di degrado dei materiali, che tuttavia non aveva intaccato le strutture statiche. Pessimo era lo stato di conservazione delle superfici esterne, causa applicazione di un rivestimento cementizio poi rifinito con materiali plastici circa una trentina di anni fa, il quale, limitando la traspirazione della muratura, aveva agevolato fenomeni degenerativi sia all’interno che all’esterno. Particolarmente negativo era l’intervento di restauro del manto di copertura originario in coppi che era stato sostituito negli anni 70 con lastre di Eternit.
COMMITTENTE
parrocchia di SS. Quirico e Giulietta
DATA
2002 – 2006
CATEGORIA
Progetto di conservazionee adeguamento tecnologico
LUOGO
Salcedo – Vicenza
Il Progetto
STUDI E ANALISI
Gli studi preliminari hanno approfondito due temi di natura culturale e religiosa: quello della storicità o meno degli interventi di restauro recenti e quello molto complesso dell’adeguamento liturgico e del rinnovo dei luoghi della celebrazione.
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO E DELL’INTERVENTO
L’intervento ha dovuto correggere una serie di restauri recenti che con ottica miope e suicida hanno impoverito le strutture della Chiesa accelerando fenomeni di degrado. Escludendo un approccio eminentemente tecnologico perché giudicato culturalmente non adeguato al restauro si è riflettuto criticamente se l’intervento di restauro recente fosse storicizzato e quindi anch’esso da conservare o meno. Il progetto si è poi indirizzato a ripristinare materiali e finiture scelte nell’abaco della tradizione locale non per volontà di riprodurre falsi originali ma per la necessità di progettare nuove soluzioni quando siano necessarie per la sopravvivenza della fabbrica antica.
Particolarmente significativo è stato il tema dell’adeguamento liturgico che ha studiato e proposto nuovi luoghi e forme della celebrazione eucaristica: ambone, sede, altare e custodia ecaristica.
Il Cantiere
Relativamente al precedente incauto intervento realizzato sul manto di copertura, si sono rimosse le lastre di Eternit, si è attuata la bonifica, il consolidamento del sistema ligneo delle capriate ed il rifacimento del manto con materiali e tecniche del tipo tradizionale. L’intonaco esterno è stato eliminato poiché dannoso in quanto interamente cementizio e sostituito con altro più compatibile a base di grassello di calce con finitura a intonachino. Le superfici interne sono state oggetto di moltissimi interventi conservativi in base al tipo di materiale e degrado. Le pavimentazioni sono state bonificate dall’umidità tramite vespaio ventilato ed posa di strati isolanti, la realizzazione di impianto termico a pavimento e la riposa delle pavimentazioni lapidee originali con integrazione di nuove in sostituzione di quelle inutilizzabili.