PADIGLIONE 9 – EX MATTATOIO ROMA
Il complesso del mattatoio ha origine nel 1888 quando l’architetto Gioacchino Erosh, che già aveva collaborato alla ristrutturazione della precedente area di mattazione fatta costruire alle spalle di piazza del Popolo da papa Leone XII, fu incaricato di progettare un più grande complesso che rispondesse alle nuove esigenze. Il padiglione 9E oggetto di intervento si trova nella porzione più a sud dell’intero complesso, è un padiglione di modeste dimensioni di circa 32 per 18 metri e versa in completo stato di abbandono, tant’è che recentemente ha subito cedimenti strutturali e la copertura è crollata totalmente. I prospetti sono caratterizzati da una riquadratura verticale costituita da cantonali lapidei, in pietra bugnata nella parte inferiore, fino alla prima fascia marcapiano e in conci piatti in stucco fino al cornicione di copertura. L’ulteriore elemento che caratterizza gli interni del fabbricato rappresenta un classico resto di archeologia industriale tipico del luogo ed costituito da una sequenza di 10 pilastri metallici posti specularmente rispetto l’asse longitudinale che sorreggono a loro volta travi orizzontali con ganci che una volta servivano per appendere le carni durante la macellazione .
STATO DI CONSERVAZIONE
Il manufatto è attualmente privo della copertura a causa del cedimento delle strutture di sostegno della stessa, verificatosi nel 2004, e il conseguente crollo del tetto. Puntellature di sicurezza in tubi e giunti circondano tre lati della fabbrica; il cedimento delle capriate in ferro ha infatti causato notevoli dissesti nelle murature verticali, con la perdita di circa venti ricorsi di mattoni al coronamento della parete longitudinale Sud. Le murature rimaste comunque presentano sui quattro fronti spanciamenti e locali dislocamenti di alcune assise di mattoni.
COMMITTENTE
Università degli Studi Roma Tre
DATA
2011 – 2017
CATEGORIA
Progetto di conservazione e riuso (biblioteca)
LUOGO
Roma
Il Progetto
STUDI E ANALISI
Sono state realizzate una serie di indagini in situ al fine di poter verificare in modo completo il comportamento strutturale dell’edificio e conoscere i vincoli imposti dalle condizioni al contorno (indagini geognostiche, saggi di fondazione, martinetti piatti, endoscopie su murature, prove penetrometriche, analisi chimico-fisiche su campioni di malta).
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO E DELL’INTERVENTO
La scelta progettuale è quella di valorizzare le parti originarie ancora conservate dell’edificio ed inserire con una immagine propria e riconoscibile tutti gli elementi necessari a renderlo funzionale per la nuova destinazione a biblioteca a servizio della facoltà di architettura. La nuova biblioteca si svilupperà su due livelli, sfruttando in questo modo la struttura esistente dei pilastri in ghisa a piano terra. Il disegno del nuovo impalcato consente di mantenere libera la visuale nella parte centrale dell’edificio e lungo le murature d’ambito. L’intento è di rendere distinguibile in modo evidente l’aggiunta del nuovo soppalco e al contempo di mantenere il concetto spaziale complessivo del padiglione.
Il Cantiere
INTERVENTI TECNICI
La prima fase di cantiere ha riguardato la ricostruzione della struttura di copertura crollata mediante elementi costruttivi analoghi a quelli distrutti nel crollo. E’ stato quindi realizzato un nuovo sistema di copertura costituito da capriate metalliche, sottotegola in pianelle e finitura finale in coppi. Consistenti sono stati gli interventi di consolidamento strutturale per ricostituire il comportamento scatolare delle murature perimetrali, che risultavano completamente scollegate in sommità. Si sono pertanto effettuati numerosi scuci-cuci con mattoni di dimensioni e colorazione analoghi agli esistenti; collegamenti con barre in acciaio inox e iniezioni con malte fluide prive di leganti cementizi. Come distribuzione interna gli elementi che hanno maggiormente condizionato le scelte progettuali sono state le preesistenze di archeologia industriale. La struttura metallica centrale a travi e pilastri in ghisa, ha delineato infatti i confini dei nuovi spazi, stabilendo le zone di passaggio da quelle “chiuse”. Durante la fase di realizzazione, i volumi tradizionali sono stati affiancati da dotazioni impiantistiche moderne rendendo possibile all’interno della nuova proposta funzionale, una dotazione multimediale all’avanguardia.