CHIESA DI S.CHIARA – ISOLA DI MURANO
L’ex chiesa di Santa Chiara è sita nell’isola di Murano a Venezia e più precisamente nella porzione sud dell’isola di Santo Stefano, in prossimità dell’attuale rio dei Vetrai, dove, intorno al 1300, si stabilì il primo insediamento degli artigiani del vetro. La chiesa presenta due livelli, il piano terra e il piano primo, che erano in parte inagibili e in parte destinati a deposito e magazzino. In origine la chiesa era a navata unica di forma rettangolare e interrotta nel senso della lunghezza, da un setto murario trasversale con un arcone in pietra d’Istria. Oggi invece la situazione si presenta più articolata: l’interno è stato suddiviso in due piani (intorno al 1880) e il lungo ambiente rettangolare è stato intervallato da una successione di pilastri che ne tripartiscono l’aula. La parte di chiesa posta a est, quella corrispondente alla porzione chiamata “interiore” e che originariamente faceva parte del monastero delle monache, è oggi articolata in diversi vani, alcuni non comunicanti tra loro, realizzati a seguito dei molteplici usi cui è stata sottoposto l’edificio in oggetto. Parte della chiesa non è più agibile, a causa del crollo della copertura avvenuta alla fine degli anni Novanta. Questo evento ha danneggiato gran parte del piano primo e del piano terra, soprattutto nella porzione posta a ovest. I due livelli non comunicano tra loro, ed è possibile raggiungere una parte del piano primo, solo dal passaggio comune esterno attraverso una scala, posta sul lato sud della chiesa
STATO DI CONSERVAZIONE
Il crollo parziale della copertura, la mancata manutenzione, gli impianti tecnologici vetusti, , l’umidità di risalita capillare e quella d’infiltrazione atmosferica si sono composti generando un degrado diffuso e crolli localizzati di intonaci, di soffitti e di pavimentazioni.
COMMITTENTE
Privato
DATA
2008- 2015
CATEGORIA
Progetto di conservazione, consolidamento e riuso a fini espositivi
LUOGO
Isola di Murano – Venezia
Il Progetto
STUDI E ANALISI
La chiesa di Santa Chiara presenta una storia costruttiva molto articolata. Per porre ordine sulle varie fasi costruttive dell’edificio, si è deciso di intraprendere una analisi stratigrafica delle strutture murarie presenti.
L’analisi stratigrafica ha costituito un percorso conoscitivo parallelo a quello compiuto attraverso la ricerca archivistica. Partendo da un rilievo metrico dettagliato e da una analisi materica puntuale e di sintesi, si è impostato il rilievo stratigrafico, articolandolo in tre fasi consequenziali: nella prima fase si è cercato di rilevare e registrare con dei codici numerici, i vari tipi di materiale propri della fabbrica, con la seconda fase, si sono registrati attraverso dei simboli grafici, i rapporti costruttivi esistenti tra i bordi e le superfici dei vari materiali, con l’ultima fase, invece, si sono identificate le varie unità stratigrafiche e si sono illustrate graficamente le fasi di trasformazione dell’edificio.
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
Il progetto di conservazione e riuso ha lo scopo, oltre a conservare e consolidare l’architettura, di destinare i principali ambienti dell’edificio all’esposizione di vetri artistici, creati dalla manifattura locale. L’intenzione è quella di coniugare la cultura materiale legata alla tradizione artigianale dell’isola di Murano con un luogo storico, quale la chiesa di Santa Chiara, risalente ai primi anni del XIV secolo.
Il Cantiere
INTERVENTI TECNICI
In linea generale la nuova destinazione attribuita alla chiesa di santa Chiara, prevede un uso flessibile degli spazi, lasciando libero respiro ad un edificio che per molti anni è stato più volte rimaneggiato senza alcun criterio. Il crollo della copertura ha posto in luce due problematiche: la ricostruzione di parte del muro perimetrale posto a nord e parte di quello posto a sud e la ricomposizione di una porzione del solaio ligneo dell’aula della chiesa. La nuova muratura è realizzata, in sottosquadro, con mattoni pieni fatti a mano di composizione simile agli originali attigui, compresa stilatura con malta di calce idraulica naturale bianca e sabbia di fiume. L’intento finale è quello di distinguere l’aggiunta rispetto all’esistente, per non falsificare il contesto e di non rendere l’elemento di inserimento prevaricante o invasivo ma disegnato in modo da ottenere un gradevole e non dirompente rapporto antico-nuovo. Il solaio ligneo esistente è conservato e consolidato, mentre la porzione ricostruita, è staccata dalle strutture murarie perimetrali e gli elementi portanti e le finiture sono realizzati con materiali diversi e visibili da quelli esistenti della fabbrica per non creare falsificazioni.