ORATORIO DI VILLA DELLA TORRE
Situata nello straordinario scenario collinare della Valpolicella, Villa della Torre costituisce uno degli episodi più interessanti ed originali di architettura veneta cinquecentesca. Rappresenta una singolarissima costruzione edificata nel secolo XVI per volontà di Giulio Della Torre, la cui famiglia era succeduta ai Maffei nella proprietà di Fumane. Il complesso architettonico comprende i seguenti fabbricati: la villa cinquecentesca, un annesso rustico con fienile un fienile ed un piccolo oratorio. Posto nel cortile superiore in posizione nord-est, al confine con la strada, questo elemento a base ottagonale è attribuito al Samicheli, come testimonia anche il Vasari che nel suo libro “Le vite de’ più eccellenti pittori” : <<Fece Michele ai Sognori conti Della Torre veronesi una bellissima cappella a uso di tempio tondo con altare in mezzo, nella lor villa di Fumane >>.
STATO DI CONSERVAZIONE
L’oratorio, in posizione apparentemente marginale, funge in realtà da quinta scenografica al breve viale di accesso. È costituito da un corpo a pianta centrale ottagonale, con lati irregolari, sfondata da quattro grandi nicchie absidale ed intervallata da nicchie minori con sovrastanti finestre nei lati brevi diagonali. La copertura interna con cupola a padiglione, priva di ornamenti e modanature, è mascherata all’esterno dalla prosecuzione delle murature perimetrali. È affiancato da una torre campanaria in muratura con bifore e tracce di un orologio. Tutte le superfici di finitura che caratterizzano l’oratorio erano caraterizzate da diverse patologie di degrado. Sicuramente quelle maggiormante danneggiate dall’incuria del tempo erano gli intonaci esterni, che presentavano depositi, croste nere, fenomeni di erosione ed esfoliaizone. Anche gli elementi lapidei presenti sui prospetti esterni presentavano patologie di degrado similari, come per esempio, disgregazione, erosione e presenza di patina biologica, causate anch’esse alla costante e prolungata esposione ai fattori metereologici esterni. Gli elementi interni, come le pavimentazioni in cotto, si trovavano in uno stato di conservazione decisamente migliore. L’edificio non presenta particolari problemi dal punto di vista strutturale, tuttavia non mancano alcune fessure che si leggono bene sia sulla muratura sia sugli intonaci.
COMMITTENTE
Privato
DATA
2017
CATEGORIA
Progetto di conservazione e consolidamento
LUOGO
Fumane – Verona
Il Progetto
STUDI E ANALISI
La fase della conoscenza, preliminare al progetto, si è svolta analizzando le varie patologie di degrado esistenti cercando di leggere unitariamente il rilevo metrico, geometrico e delle materie, i caratteri costruttivi della superficie architettonica, il tipo e il livello di degrado che ha investito le diverse zone del manufatto. Chiaramente la tipologia di degrado è stata esaminata in relazione alla tipologia del materiale e alla localizzazione. È risultato utile, nella restituzione grafica dell’analisi effettuata, l’apporto di notizie riscontrabili nei fotopiani che costituiscono la base per la mappatura delle forme di degrado.
CARATTERISTICHE DEL PROGETTO E DELL’INTERVENTO
Il progetto di conservazione ha avuto come obiettivo quello di leggere puntualmente ogni materia dell’edificio e di studiarne i procedimenti che garantiscono la sopravvivenza il più possibile autentica dei materiali e delle strutture e definire singolarmente proprie tecniche di conservazione. La rappresentazione del progetto è stata sintetizzata in un unico elaborato che riporta i materiali della fabbrica a cui sono associati i diversi interventi tecnici di conservazione. I principali interventi di progetto proposti consistono in azioni di pulitura dei depositi superficiali, consolidamento in caso di disgregazione o distacchi ed aggiunta là dove si presentavano lacune o mancanze. Infine un trattamento protettivo per tutte le finiture esterne. Il progetto di consolidamento delle strutture verticali inoltre ha proposto tecniche compatibili e non eccessivamente irrigidenti. Per le discontinuità e le fessure presenti se non progressive e staticamente gravi, si è previsto di stuccarle con malte a base di calce aerea ed idraulica, rigorosamente prive di leganti cementizi. In altri casi dove si presentavano lacune murarie o discontinuità di natura strutturale, venivano proposte tecniche di consolidamento vere e proprie in grado di ripristinare la continuità muraria : interventi puntuali tipo scuci-cuci sulle singole lesioni, oppure iniezioni di malta a base di calce idraulica naturale bianca additivata al fine di restituire alla muratura la sua caratteristica di monoliticità originaria.
Il Cantiere
La copertura dell’Oratorio è stata tutta consolidata, previa rimozione degli elementi in coppo e asportazione del materiale di deposito presente su tutta la calotta estradossale, mediante parziale sostituzione delle travi lignee con elementi simili agli esistenti. Tutti gli elementi sono stati solidarizzati con elementi metallici e alloggiamenti murari adeguati ed è stato posto in opera un nuovo tavolato strutturale collegato alle murature perimetrali. Situazione particolarmente delicata è stata affrontata alla sommità del campanile dove tutte le merlature in mattoni presentavano una situazione di profonda instabilità strutturale, poggiando su elementi di coltello posti sulla cornice lapidea perimetrale. In questo caso è stato effettuato un duplice interventi di consolidamento dell’estradosso di copertura e di consolidamento delle merlature mediante infissione di barre Helifix inserite all’interno dei giunti tra i mattoni come da schema sottostante. Interventi altrettanto delicati sono stati effettuati lungo le superfici esterne che presentavano nelle zone maggiormente protette (sotto il cornicione) una decorazione di colore rosso a mattoncini, molto decoesa e in fase di distacco in più punti. Gli interventi hanno sempre previsto la rimozione manuale dei rappezzi incongrui, l’integrazione delle lacune con malta a base calce e simile a quella attigua previa stuccatura salvabordo dell’intonaco conservato. In questo caso sono state effettuate numerose microiniezioni diffuse per far riaderire l’intonaco distaccato, previo intervento di preconsolidamento a pennello su supporto con velinatura delle parti decorate a finti mattoni, che sono stati puliti e consolidati superficialmente con resina acrilica in emulsione. In accordo con la Soprintendenza non si sono riprese le decorazioni nella parti in cui non erano visibili ma si è proceduto per lacuna neutra. All’interno tutte le superfici, sia le pareti che le cornici, erano rivestite da diversi strati pittorici di svariati colorazioni. Gli interventi di restauro, anche qui a seguito di sopralluoghi congiunti con la Soprintendenza, hanno previsto il discialbo degli strati, il consolidamento tramite iniezioni puntuali delle parti in fase di distacco, e la velatura finale a base di calce molto diluita e terre naturali. Le statue presenti sono state restaurate mediante riadesione con perni delle parti in fase di distacco piuttosto che con l’integrazione delle parti mancanti con nuovi elementi in malta e polvere di pietra.